In uno scenario sociale in evoluzione, in cui le sfide educative sono complesse e impegnative, il Centro Educativo di Roccaporena si è messo in gioco alla ricerca di nuovi significati e approcci. L’obiettivo è quello di stare nella contemporaneità, mantenendo e rilanciando ulteriormente la propria funzione di presidio a supporto delle giovani generazioni in un territorio a rischio di spopolamento, in quanto i giovani cercano futuro altrove. Da quasi due anni l’Opera di Santa Rita – grazie al progetto Rockability e insieme agli abitanti, alle istituzioni e a soggetti del Terzo Settore regionali e nazionali – sta vivendo un percorso intenso e coinvolgente per ridisegnare e caratterizzare l’accoglienza ed il passaggio in questi territori come un’opportunità per ragazzi in condizione di difficoltà, causate per lo più da contesti familiari non adeguati alla crescita armoniosa e serena.
L’esperienza del Co-Housing – Finalmente i frutti di tanto lavoro stanno maturando: i ragazzi sono cominciati ad arrivare e, per tutta l’estate, saranno accolti in Co-Housing all’insegna della scoperta di sé e del territorio, dell’apprendimento di nuove abilità, della sperimentazione di esperienze inedite attraverso il confronto costante con adulti di riferimento che li sappiano indirizzare, ma soprattutto accompagnare e sostenere. E’ nata così e ha trovato espressione (proprio nei “luoghi del possibile”) quello che possiamo chiamare l’approccio della “comunità diffusa” rivolto ai neomaggiorenni in uscita dalla tutela: i care leavers.
Un’opportunità per il territorio – Con questo termine si indica un giovane che, intorno alla maggiore età, lascia la comunità per minorenni, la casa-famiglia o la famiglia affidataria. Tanti di loro escono dopo molti anni trascorsi nell’accoglienza e devono affrontare l’autonomia troppo presto e spesso in solitudine. L’esperienza di Agevolando (primo network italiano care leavers) ha permesso di mettere in evidenza non solo l’importanza dell’accompagnamento all’autonomia dopo l’uscita, ma anche quanto e come il ruolo proattivo e partecipativo dei care leavers possa rappresentare una prassi capace di generare circoli virtuosi utili per loro, per i loro coetanei, per le persone che incontrano e per il loro ambiente di vita. Roccaporena e il territorio casciano rappresentano un contesto sperimentale stimolante per far convergere i percorsi di emancipazione ed autonomia dei ragazzi con le traiettorie di trasformazione territoriale innescate e valorizzate dal progetto Rockability. Si promuove un reciproco riconoscimento ed abilitazione tra il giovane ed il territorio, che diventano l’uno risorsa per l’altro. Il coinvolgimento nei percorsi di turismo lento-sostenibile, nelle attività di accoglienza dei pellegrini, nei soggiorni delle comunità socioeducative e in tutte le altre forme di sviluppo comunitario e ambientale in atto nel contesto di Roccaporena, costituiscono un bacino di grande impatto sociale per i giovani che parteciperanno. Si favorirà così lo sviluppo di comunità diffusa capace di creare circolarità, solidarietà e mutuo aiuto comunitario.
La riscoperta di una vocazione territoriale – Un orientamento che mette al centro dell’azione educativa la comunità locale che accoglie e si prende cura dei giovani. Tutto ciò è una riattualizzazione di quanto accadeva in modo spontaneo fin dagli albori dell’Opera di Roccaporena, quando gli abitanti, insieme agli educatori, si rendevano disponibili per i ragazzi e le loro famiglie, aprendo a queste ultime anche le loro case.
Silvia Quaranta e Federico Zullo